La meraviglia dell’impollinazione
Le api e gli impollinatori stanno scomparendo velocemente a causa dell'inquinamento dell'aria e dell'agricoltura insostenibile. Le conseguenze sono e saranno tragiche per l'umanità. Dalle api non ricaviamo solo il miele ma se analizziamo approfonditamente l'intero mondo dell'alimentazione vedremo che questo dipende fortemente dalla presenza di questo insetto. In collaborazione l' apicoltore presente sul nostro territorio, gli alunni impareranno di più sul comportamento delle api e dei benefici che portano all'ambiente ed in primis all'agricoltura, anche attraverso lo studio dei dati riguardanti la loro presenza.
La nostra comunicazione riguarda lo studio del tema riguardante la perdita di biodiversità affrontata nell’UDA ed è stato condotto in collaborazione con l'apicoltore Michele Errichiello di “Dolce Campagna”, un'azienda agricola presente sul nostro territorio di Pomigliano D’Arco.
Ci siamo chiesti: perché sulle nostre tavole il cibo è in pericolo?
Dalle api non ricaviamo solo il miele ma, se analizziamo approfonditamente l'intero mondo dell'alimentazione, vediamo che questo dipende fortemente dalla presenza di questo insetto. In collaborazione con l' apicoltore abbiamo saputo di più sul comportamento delle api e dei benefici che portano all'ambiente ed in primis all'agricoltura, anche attraverso lo studio dei dati riguardanti la loro presenza sul nostro territorio.
Consapevoli che circa un â…“ dell'alimentazione umana è legata all'instancabile attività di questi insetti impollinatori, genera preoccupazione e pena osservarne l'estremo disorientamento causato dagli attuali mutamenti climatici. Gli sciami si muovono frastornati su prati i cui fiori non corrispondono alla temperatura registrata o sono disidratati dalle estati troppo secche: le api sono totalmente disorientate da fioriture insolite e accavallate, ed inoltre sono alla mercè della varroa, loro temibile parassita, reso più virulento e longevo dalle miti temperature autunnali. Genericamente si parla di api selvatiche ma tanti apicoltori hanno segnalato questa terribile difficoltà a gestire anche le api allevate, che non riescono a sopravvivere, come accadeva negli anni passati, fatta eccezione per il periodo di rallentamento migratorio avuto durante il Covid a causa di un breve miglioramento dell’aria. Le api domestiche e selvatiche sono responsabili di circa il 70% dell'impollinazione di tutte le specie vegetali viventi sul pianeta. Grazie al lavoro degli apicoltori, che si prendono cura di questi animaletti, viene promosso un tipo di allevamento e agricoltura sostenibile, in grado cioè di favorire il rinnovamento delle risorse naturali senza sfruttarle all’eccesso.
Densità apiari
Sul sito dell'Istat, abbiamo analizzato i dati riguardanti la densità degli apiari e gli apiari per caratteristiche produttive nel nostro comune.
Declino del numero di api
Le api sono una specie altamente sensibile ai cambiamenti ambientali dovuti all’attività umana e per tale motivo sono considerate "sentinelle": quando le colonie di api hanno un declino vuol dire che la qualità ambientale di un’area sta diminuendo.
Negli USA, tra il 1947 e il 2005, si è perso il 59% delle colonie di api, mentre in Europa, dal 1985 al 2005, il 25%. Secondo i dati STEP (Status and trends of European pollinators), solo in Europa il 9,2% delle 1965 specie di insetti impollinatori sta per estinguersi, mentre un ulteriore 5,2% potrebbe essere minacciato nel prossimo futuro.
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Cambiamenti climatici
Il riscaldamento globale causato dall’inquinamento umano sta stravolgendo i ritmi vitali di questi laboriosi insetti, i quali – proprio a causa dell’innalzamento delle temperature e delle stagioni sempre più “pazze” – rischiano di trovarsi il polline quando non sono ancora pronti a raccoglierlo o, viceversa, di avere fioriture vuote senza nutrimento sufficiente per alimentare lo sciame. Non solo: il cambiamento climatico sta anche favorendo la diffusione dei parassiti che distruggono gli alveari, come ci ha raccontato l’apicoltore. A ciò poi va aggiunto l’uso massiccio di pesticidi e delle sostanze nocive come il glifosato (molto usato negli erbicidi) da parte di alcuni settori dell’agricoltura e che, trasportate dall’aria, intossicano l’habitat delle api.
I cambiamenti climatici rappresentano una delle maggiori minacce per gli impollinatori, da cui dipende oltre il 70% della produzione agricola per la nostra alimentazione. Un primo segnale arriva dalla produzione di miele. Secondo i dati forniti dagli apicoltori italiani dell’Unaapi la produzione di miele, a causa della siccità del 2017, è calata del 80%. Proprio per le conseguenze della siccità, infatti, i fiori non secernono più nettare e polline e le api, in sofferenza per il clima anomalo, non solo non producono miele, ma rischiano di non riuscire a fornire il loro servizio di impollinazione alle colture agricole. Contemporaneamente, freddi repentini, oltre a compromettere i fiori stessi, bloccano anche lo sviluppo dell’alveare.
I cambiamenti climatici, la scomparsa degli habitat naturali e l’impoverimento di quelli che persistono impattano negativamente sulla sopravvivenza non solo delle api, ma di tutti gli insetti impollinatori. Le conseguenze sono e saranno tragiche per l'umanità.
Come si può vedere dal grafico, dal 1989 al 2020, ci sono state delle anomalie per quanto riguarda le temperature, infatti nel 2020 sono aumentate. Questo fenomeno porta il tasso di mortalità delle api ad alzarsi.
Inquinamento dell’aria
Le api riescono a percepire il profumo dei fiori fino a 1200 metri di distanza, purtroppo, a causa dell’inquinamento, questa capacità scende a 200 – 300 metri. Le api che vivono in zone dove l'inquinamento dell'aria è più alto mostrano evidenti segni di sofferenza: sono più pigre, stressate e a rischio di malattie.
Il monossido di carbonio (CO) è un importante gas traccia atmosferico. In alcune aree urbane è un importante inquinante atmosferico. Le principali fonti di CO sono la combustione di combustibili fossili, la combustione di biomasse e l'ossidazione atmosferica di metano e altri idrocarburi. La colonna totale di monossido di carbonio è misurata in mol per metro quadrato (mol/m2).
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Pesticidi
I fitosanitari e pesticidi vengono utilizzati per proteggere i raccolti dagli organismi dannosi. Di essi vengono contati ben 450 principi attivi, a cui corrispondono 5000 prodotti commerciali. Uno studio sui pesticidi condotto negli USA è emerso che in un campione di polline raccolto dalle api erano stati trovati ben 6 differenti tipi di sostanze chimiche che venivano così introdotte all’interno dell’alveare. Erano presenti anche i famosi neonicotinoidi, dannosi per la salute delle api e della colonia stessa. Essi intaccano il sistema nervoso delle api, disorientandole a tal punto da non essere più in grado di tornare nel proprio alveare.
In Campania, secondo i dati ISTAT, viene usato un totale di 9,507,547 kg di pesticidi, ovvero quasi il 13% dei pesticidi utilizzati in tutta Italia.
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